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SEO: Come posizionare i tuoi articoli su Google

Se anche tu stai creando il tuo spazio, allora ti starai chiedendo: come faranno le persone a trovare il mio blog e i miei contenuti? In questo articolo ti darò qualche dritta per scrivere articoli in modo da poter ambire alla tanto desiderata “prima pagina” di Google. Questo processo si chiama SEO, ovvero Search Engine Optimization.

Consiste nel creare contenuti (siano essi pagine o articoli) in linea con gli standard che i motori di ricerca ritengono importanti per la loro classificazione.

Esistono tantissime regole non scritte da rispettare, alcune non fondamentali, altre molto e sono in continua evoluzione.

Ok, così sembra complicato ma la cosa fondamentale da tenere a mente è che quando si scrive un contenuto per una pagina o per il proprio blog, questo deve essere originale, contestuale e soddisfare al meglio l’intento di ricerca dell’utente fornendo tutte le informazioni possibili sull’argomento.

Se un contenuto ha queste caratteristiche si è già a metà dell’opera! Ora però vediamo delle tecniche che possono aiutare ulteriormente il posizionamento di un contenuto.

1. Scegliere la giusta parola chiave

La prima cosa da fare quando si scrive un articolo è individuare la parola che meglio descrive l’argomento trattato.
Questa viene chiamata keyword o parola chiave e sono le parole che digitiamo quando cerchiamo qualcosa su un motore di ricerca.

In questo modo questi capiscono che cosa stiamo cercando e ci restituiscono i risultati più appropriati.

Per cercare le parole chiave esistono innumerevoli tool online, quasi tutti a pagamento. Ecco i migliori:

– Semrush
– SeoZoom
– Ubersugget
– Ahrefs

Per questo articolo però ne useremo uno gratuito e che è comunque molto efficace, Keyword Surfer.

Vi basterà installarlo in Google Chrome e sarete pronti a cercare le migliori keywords.

Iniziamo con un esempio.

Supponiamo di voler scrivere un articolo su quali tipologie di yoga esistono. A questo punto prenderei come parola di riferimento “tipi di yoga” e mi basterà andare su Google, scriverla nella barra di ricerca e attivare Keyword Surfer.

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Quello che ci interessa al momento è vedere il volume di ricerca, ovvero il numero approssimativo di ricerche che viene fatto su Google per una determinata parola chiave. Se dovesse essere troppo basso (meno di 100), potrebbe non valere la pena di posizionarsi per questa parola. Allo stesso modo se il volume di ricerca fosse troppo alto (maggiore di 2000), potrebbe essere troppo difficile ottenere una buona posizione se siamo solo all’inizio della nostra avventura da blogger.

Cerchiamo quindi di stare intorno a un volume di ricerca di 1000 e proseguiamo con il prossimo passo.

2 – Serp Intent

Ora che abbiamo una keyword è importante capire quale tipo di contenuto soddisferebbe l’intento di ricerca dell’utente che l’ha digitata.

Questa fase è molto importante perché se non dovessimo adempiere a questo compito, riceveremmo pochi click, o il tempo di permanenza degli utenti sul nostro articolo sarebbe molto basso. Google giudicherebbe quindi il nostro contenuto non adeguato a soddisfare l’intento di ricerca e ci assegnerebbe una posizione bassa tra i risultati delle ricerche.

Come facciamo quindi a sapere che cosa cerca l’utente digitando quella frase su Google?

Beh, nessuno lo sa meglio di Google stesso!

Quello che faremo è digitare “tipi di yoga” sul motore di ricerca e aprire i primi tre risultati per vedere quale tipo di contenuto ci viene restituito.

Infatti non è un caso se quando cerchiamo qualcosa da comprare compaiano tra i risultati dei prodotti o link ad Amazon, o se quando cerchiamo qualcosa vicino a noi vengono restituiti risultati sulla mappa.

A questo punto togliamo ogni ambiguità dovuta al search intent e ci affidiamo direttamente al SERP Intent (la SERP o Search Engine Result Page è la pagina con i risultati delle ricerche).

Nel nostro caso specifico vediamo che i primi tre risultati sono articoli che elencano quali tipologie di yoga si possono praticare e per ognuna c’è una piccola descrizione.

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Ora sappiamo cosa scrivere e la chiave per farlo bene sarà quella di farlo meglio dei primi tre, unendo le informazioni di tutti, ampliandole e inserendo più informazioni aggiuntive possibili.

A questo scopo possiamo utilizzare video, file da scaricare, approfondimenti, cenni storici, esempi pratici, infografiche, bibliografie e tutto quello che riteniamo utile per dare le informazioni necessarie agli utenti in modo che non debbano cercare altrove una risposta.

Ora abbiamo un contenuto valido e capace di competere con i top 3.
Ma vogliamo fare di più, quindi passiamo al prossimo passo.

3 – Pillar e Cluster

Adesso che abbiamo un argomento centrale è già il momento di definire uno o più argomenti ad esso correlati.

Prendiamo sempre l’esempio del nostro articolo sui “tipi di yoga”.
Questo ci fornisce lo spunto per scrivere tanti articoli quante sono le tipologie di yoga elencate in esso e ci permetterà di andare più in profondità, descrivendo per ognuno quali sono le posizioni che lo contraddistinguono, da dove deriva il suo nome, in quale parte del mondo è nato e così via.

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Un altro esempio potrebbe essere quello di scrivere un articolo che elenca le migliori scuole di yoga in Italia, o quali sono i più rinomati maestri di yoga sul nostro territorio.

In questo modo abbiamo già una decina di articoli cluster che andranno a integrare e rafforzare l’autorità del nostro articolo pillar.

Come? Usando i link!

4 – Link interni

Non voglio addentrarmi nella spiegazione di come fanno i motori di ricerca a catalogare tutte le pagine web del mondo, ma vi basti sapere che i bot di Google navigano il web proprio come noi, con i link. Ovviamente è un pò più complesso di così ma basta per rendere l’idea.

Quindi collegando un articolo ad un altro utilizzando i link testuali, cerchiamo di dire a Google che questi sono in qualche modo correlati e trattano un argomento similare.

Attenzione a non abusarne. Un link è già abbastanza.

Bisognerà però renderlo il più contestuale possibile. Facciamo un esempio pratico.

Prendiamo uno degli articoli cluster, ad esempio quello che elenca le migliori scuole di yoga in Italia.

Potremmo inserire una frase che dice “per sapere quale tecnica yoga fa per te, leggi l’articolo che parla di quali tipi di yoga esistono”.

Così facendo potremmo rimandare al nostro articolo cluster direttamente linkando la nostra keyword principale.

Questo è il modo ottimale per farlo.

5 – Uso delle Keyword correlate

Facciamo un passo indietro a quando abbiamo cercato la keyword per scrivere il nostro articolo principale.

Questa keyword aiuterà i motori di ricerca a “catalogare” il nostro contenuto (sempre per farla in modo semplice) e anche i lettori per identificare a colpo d’occhio che stiamo parlando proprio di quello che stanno cercando.

Sarà bene quindi utilizzarla nell’url dell’articolo e anche nel titolo, ad esempio così:
– url: www.esempio.com/blog/tipi-di-yoga
– Titolo: “Tipi di yoga: elenco e descrizione” oppure “quali tipi di yoga esistono? Elenco completo”

Una volta sarebbe bastato riempire l’articolo di frasi contenenti la keyword principale, ma oggi Google è molto più scaltro e soprattutto semantico.
Vuol dire che riesce a capire l’argomento principale di un testo anche da parole non strettamente collegate ad esso ma semanticamente connesse.

Non ci resta che scrivere un testo ricco di varianti della keyword principale ma inerenti all’argomento, in modo da avere la chance di posizionarsi anche per quelle.

Ecco un esempio pratico.

Scriviamo nella barra di ricerca di Google la parola “tipi di yoga” e con Keyword Surfer guardiamo la colonna destra delle keyword ideas.

Noterete la parola “pratiche yoga” che ha un volume di ricerca di circa 320 ricerche mensili. Ora potrete usare anche questa come variante di quella principale. Continuate in questo modo per trovarne il più possibile.

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Attenzione a non andare fuori argomento però.

6 – Regole generali di ottimizzazione SEO

Esistono tanti fattori che contribuiscono alla buona ottimizzazione SEO di un sito web e dei suoi contenuti, alcune molto tecniche e complesse, ma eccone alcune da tenere sempre a mente.

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– Assicurati che tutto il tuo sito web sia perfettamente fruibile da mobile, quindi testi ben leggibili ed elementi non troppo vicini tra loro e quindi difficili da cliccare

– Quando carichi un’immagine in un articolo o nel tuo sito web in generale, assicurati di compilare il campo “testo alternativo” magari utilizzando una keyword correlata all’argomento e che sia descrittiva dell’immagine (questo testo è utilizzato dagli ipovedenti per “leggere” le immagini)

– Carica immagini dalle dimensioni ridotte, possibilmente sotto i 100kb e in formato .webp

– Se carichi un file come un PDF, dagli un titolo descrittivo e assicurati che non sia di dimensioni eccessive

– Cerca di rendere il tuo sito web il più veloce possibile in modo da garantire una buona esperienza di navigazione per gli utenti. Scegli quindi un hosting (lo spazio che ospiterà il tuo blog) performante. Ti consiglio Siteground in quanto offre ottime performance ed è molto facile da utilizzare (trovi qui la guida per creare il tuo blog).

Conclusione

Seguendo queste poche regole avrete dei contenuti ottimizzati e con le carte in regola per ottenere ottimi posizionamenti sui motori di ricerca.

In questo articolo non sono sceso troppo nel tecnico, ma se gradite altri contenuti di questo tipo fatecelo sapere qui nei commenti!

Ringrazio Irina per lo spazio che mi ha concesso nel suo blog e spero che questo articolo vi aiuterà nella creazione del vostro spazio 🙂

Io sono Giulio, fondatore di Seolog e mi occupo di realizzare siti web e di ottimizzarli lato SEO per farli crescere e ottenere visibilità.

Se hai difficoltà, contattami e insieme raggiungeremo il tuo obiettivo.

A presto!

Commenti

2 Comments

  1. Roxana 3 Giugno 2021 at 16:45 - Reply

    Articolo molto utile. Grazie ☺️

  2. Alessia 30 Giugno 2021 at 16:10 - Reply

    Ottimo articolo, chiaro e semplice.

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